LINO TOSI
GT
28 giugno 2018 Notizia Oggi
E’ stato inaugurato “Il senso dell’inquietudine”
A Civiasco la mostra di Lino Tosi
Civiasco (Pfm).
Civiasco ha ospitato sabato una mostra dedicata all’artista Lino Tosi intitolata “il senso dell’inquietudine” curata con intelligenza e sensibilità dal nipote Gianni Testa, che con grande passione ha ripercorso la vita dell’artista attraverso una carrellata di opere disposte secondo un percorso cronologico, comprendente la grafica, la pittura e la scultura. Spiega Piera Mazzone: “All’ingresso della mostra è esposto lo scrittoio inclinato dove il pittore lavorava dopo il 1987, anno in cui fu colpito dall’emiparesi, su un ampio tavolo è consultabile molto materiale biografico in originale e in fotocopia, su uno schermo scorre un rarissimo filmato degli anni Sessanta, che vinse il festival del cinema di Montagna, girato da Michele Fiorina, che mostra Lino Tosi all’opera nell’Eremo, con l’intervista e gli interventi del giornalista Giulio Pisani“. Tosi morì nel 2005, ma non è certo un artista dimenticato, come ricorda ancora Mazzone: “nel 2009 Enzo Lippi gli dedicò una mostra allestita al pianterreno di palazzo dei Musei nei locali dell’ex scuola Barolo in cui il Maestro insegnò. L’anno successivo lo scultore Claudio Bonomi pubblicò un’interessante volume dedicato al tormentato rapporto dell’artista varallese con il sacro. Dopo quasi dieci anni era giunto ormai il momento di riproporlo, ripensando alle varie opere, ristudiandole e ricollocandole all’interno di una vita interamente votata all’arte”.
All’inaugurazione della mostra era presente anche la vedova, Adriana Testa, che ha seguito con interesse la presentazione, lei che fu compagna di vita e musa ispiratrice: in mostra sono esposti alcuni suoi ritratti degli anni Cinquanta.
Dopo il saluto del sindaco, Davide Calzoni, che si è detto onorato di avere tra i suoi cittadini Gianni Testa e che quindi ha accettato volentieri di ospitare una mostra dedicata al grande artista, ha cercato di inquadrare la figura e soprattutto le opere di Lino Tosi nell’ambiente valsesiano, segnando le principali tappe dell’evoluzione di un uomo geniale e tormentato. Tutti coloro che hanno partecipato alla presentazione sono poi saliti all’ultimo piano del palazzo e Don Roberto Collarini ha benedetto la mostra.