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21 ottobre 2021 Notizia Oggi

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Sabato in biblioteca ricordato il celebre artista varallese nel centenario della nascita.

Vita e opere raccolte in una monografia.

 

Lino Tosi, omaggio al maestro. Presentato il volume.

 

“Lino Tosi. Il senso dell’inquietudine. Quadri, sculture e fotografie di un grande artista valsesiano” è il titolo del volume che rende omaggio all’artista valsesiano nel centenario della nascita e che è stato presentato sabato in biblioteca alla presenza degli autori: il nipote Gianni Testa e Sandro Nebosi, che, attraverso un capillare e metodico lavoro di ricerca delle fonti, in due anni hanno raccolto da libri e da giornali, quanto è stato scritto sul maestro, chiedendo a Piera Mazzone, Enrica Pedretti ed Enrico Pagano delle presentazioni  che mettessero in luce i diversi aspetti della personalità e della vita dell’artista: “da quell’inquietudine interiore che traspare dalle opere, che non è mai un ripiegarsi su se stesso, ma un aprirsi al pensiero dell’uomo contemporaneo, che non ha più certezze e deve ancorarsi a valori di umanità e civiltà – scrive Mazzone in una nota – al maestro di arte e di vita, al partigiano Argoli, che aveva compiuto una precisa scelta civile”.

Il libro è stato arricchito dalle interviste ad ex allievi e amici del maestro, e anche dalla presenza di un saggio critico inedito, dedicato alla decorazione del soffitto e delle volte del Sacrario dei Caduti del cimitero di Serravalle, realizzata da Tosi nel 1957, che finora era stata ingiustamente dimenticata, mentre purtroppo il dipinto in facciata era sparito e quindi fu sostituito dall’attuale mosaico.

Sandro Nebosi, per diffondere la conoscenza dell’artista ha creato un sito cui accedere per avere informazioni su Lino Tosi e sulle sue opere: www.eperienze.wixsite.com/linotosi

Molte persone hanno voluto partecipare all’evento in biblioteca cui si sono aggiunte le autorità civili e militari. Presente anche Laura Cerra presidente della Fondazione Valsesia, perché il ricavato della vendita del libro sarà devoluto alla stessa Fondazione dove è stato costituito un Fondo per la promozione e valorizzazione dell’opera dell’artista Lino Tosi.

Hanno voluto rendere omaggio all’artista anche altri colleghi, amici ed allievi: il pittore quaronese Ermanno Zamboni, il pittore Giorgio Perrone, lo scultore di Grignasco Dino Damiani, lo scultore borgosesiano Ireneo Passera, il pittore varallese Angelo Salomone.

Gianni Testa, nipote dell’artista, ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del volume e coloro che hanno dato il contributo finanziario: il Comune di Varallo, Arduino Vettorello e Aristide Torri.

Il libro è stato anche acquistato dalla Provincia di Vercelli che ne farà omaggio in occasione di incontri e di visite, contribuendo alla diffusione della conoscenza di questo straordinario e tormentato artista contemporaneo.

“Torri – riferisce Mazzone – presidente del consiglio di biblioteca, amico di Tosi per 50 anni, ha sottolineato la difficoltà di cogliere nella sua interezza il senso dell’opera di Lino Tosi, perché “il suo lavoro è un’esistenza: iniziò esprimendo i suoi sentimenti attraverso opere minute, fu un grandissimo scultore, ma la scultura era lenta rispetto a quello che lui voleva esprimere e rappresentare e passò alla pittura, precorrendo negli anni ’70 ciò che la nostra valle sarebbe diventata. Tosi non era praticante, ma affrontò temi religiosi da credente, sottolineando soprattutto gli aspetti sociali, ponendosi come un uomo che cerca di raggiungere Cristo, sempre posto più in alto, ma con lo sguardo colmo di compassione rivolto verso l’umanità.  Dopo l’ictus Lino non si rassegnò e continuò a dipingere, cambiando la tavolozza dei colori che divennero molto più chiari e luminosi: realizzò figure legnose, imprigionate, ma piene di luce”.

In occasione della presentazione del libro in biblioteca sono state esposte alcune opere dell’artista ed è stato proiettato il film documentario su Lino Tosi “Arte e vita” realizzato da Michele Fiorina nel 1964, che vinse il primo premio al Festival della Montagna. “Gianni Testa ha omaggiato la biblioteca di un quadro dell’artista che raffigura un bosco umano – aggiunge Mazzone – volti dalle occhiaie profonde sorgono da tronchi possenti, le braccia protese verso l’alto, sono i rami degli alberi che si perdono in un dorato tramonto. Alla base del quadro corre un’iscrizione in una lingua misteriosa che conferisce una valenza sacrale al messaggio espresso dal dipinto”.

Alla presentazione del volume ha fatto seguito l’inaugurazione del Largo in viale Cesare Battisti intitolato all’artista, alla presenza del prefetto Lucio Parente e del questore Maurizio Dedomenico: una semplice targa ovale di granito tenuemente rosato, per ricordare “la persona che lottò per darci un’Italia migliore” come ha sottolineato Bruno Rastelli, già presidente dell’Anpi Vercelli Valsesia.

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(ces)

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