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Corriere Valsesiano, 20 luglio 1962

Una “personale” di Tosi e Roncaglia

Nel salone dell’asilo Vietti da domenica scorsa, è aperta la mostra dei pittori Guglielmo Roncaglia e Lino Tosi. L’ingresso è libero e la mostra è aperta tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19.

L’iniziativa dei due artisti fin dai primi giorni, ha ottenuto pieno successo e già numerosi sono stati i visitatori che hanno ammirato i quadri esposti che, ancora una volta, mettono in evidenza, in due campi distinti, il valore dei due pittori in una tematica che ritrae paesaggi con i loro particolari più suggestivi per il Roncaglia e di una tecnica personalissima ed efficace per il Tosi.

I venticinque quadri di Lino Tosi hanno un loro linguaggio forte, ma chiaro. Vi sono aspetti che colpiscono la fantasia dell’artista; si basano su di un tono che sembra pessimistico, forse perché le figure sono tormentate, stemperate in toni generali che, pur nella forza delle tinte, sembrano omogeinizzarsi per dire un senso di preoccupazione distaccata quasi di nostalgia forzatamente repressa. L’intuizione è viva, pronta ed efficace, la si sente in ogni momento guardando ogni quadro, anche quelli  -sono pochi – dove la tecnica sembra differenziarsi almeno sul piano costruttivo.

Le acque, gli stagni, la montagna, un emblema di fede tutto è indicato così come l’artista li ha sentiti e veduti e come li ha ritratti, di impeto proprio per dire il suo pensiero più intimo.

Sono quadri che ci dicono anche il cammino di Tosi, un cammino che, senza farlo pesare rivela un’ansia che lascia adito sia pure ancora remoto, ad una nota di serenità. Non abbiamo né la competenza di citare questa o quella tendenza per spiegare e classificare una pittura di casa nostra che apprezziamo e che si impone nettamente tra quelle che continuano oggi la tradizione d’arte della valle: ci sembra che essa sia sufficientemente personale per essere guardata così come si presenta perché non è assolutamente ermetica ed è cosa ben diversa da certi tentativi che, con la scusa che nulla si può dire di nuovo con il colore, si rivolgono ad altri elementi, che nonostante tutto, non riescono a persuadere.

Sono impressioni? Senz’altro; in ogni opera d’arte risaltano sempre le impressioni di chi le compone; queste impressioni, comunque risultano intelleggibili, qualcuno più indovinata, qualcun'altra più sfumata. Così quei sassi ricorrenti, quei fiori che sembravano soffrire, quelle visioni che si mantengono nette pure nel contesto esasperato, sono gli elementi chiave della pittura di Tosi. I suoi meriti artistici sono già stati sovente rimarcati, anche ad alto livello; sappiamo che i suoi dipinti hanno degna accoglienza in sedi che riescono a promuovere interessamenti lusinghieri di critici di valore; sentiamo che nella sua pittura non c’è solo una capacità tecnica, c’è qualche cosa di più che andrà senz’altro affermandosi, ed è questo l’augurio che noi facciamo al pittore varallese, lieti anche del filtro di pensieri che accompagna la sua opera e che lo rende sempre più maturo, più certo, pur nella sua personalisssima visione delle cose e delle figure.

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